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Anima gemella, come riconoscerla?

Anima gemella

“Capii di aver trovato la persona che poteva condividere le mie vette senza inorridire dei miei abissi”. L’anima gemella è esattamente quel meraviglioso equilibrio tra vette e abissi, tra le proprie fragilità e qualità e quelle del partner. La citazione è di Fabrizio De André, uno dei più importanti cantautori italiani.

Faber è un artista che è riuscito a segnare un’epoca nella cultura italiana svettando molto oltre la canzone d’autore. L’artista ha avuto l’immensa fortuna di riconoscere la sua anima gemella, forse perché amava conoscere l’amore in tutte le sue sfumature. I suoi testi sono autentiche poesie. L’amore, come vedremo, è il tema centrale di molte sue canzoni che hanno regalato, e continuano a regalare grandi emozioni agli innamorati. I suoi testi sono attualmente studiati nelle antologie scolastiche. Sono stati inseriti già dai primi anni ’70 e Faber raccontò, in una delle sue rarissime interviste, di esserne era lusingato.

I tarocchi e Faber: Anima Gemella

Per inciso, il poeta dell’amore era appassionato sia di tarologia che di astrologia. Sullo sfondo della sua ultima tournée “Mi innamoravo di tutto” sul palco del teatro Brancaccio di Roma in occasione dei concerti del 13 e 14 febbraio 1998 nove arcani dei tarocchi campeggiano sul palco, ovvero il Bagatto, la Ruota della Fortuna, il Giudizio, l’ Eremita, la Morte, il Carro, il Sole, la Luna e le Stelle.

Si racconta che il cantautore, prima di ogni concerto, forse perché per molti anni ha manifestato una forte riluttanza ad esporsi al pubblico, anche i suoi concerti sono rarissimi, si affidava a un giro di tarocchi. Chiedeva il segno zodiacale dei musicisti con i quali collaborava o che amava. La scenografa racconta l’entusiasmo dell’artista per quell’idea costruita su una struttura di compensato. Gli arcani sembrano descrivere un percorso, e sicuramente non sono disposti a caso. Per gli appassionati di tarocchi, segnaliamo il libro dal titolo: “I Tarocchi e Faber” che raccolti in una elegante confezione e raccontati per lievi filastrocche dispensano suggestioni e offrono possibili rivelazioni.

Faber e Dori, anime gemelle

L’artista è stato protagonista di una storia d’amore emozionante, autentica come la sua poesia e di condivisione assoluta con Dori Ghezzi, la sua compagna di vita e madre della loro figlia Luvi. La bellissima Dori continua a vivere per il marito e la sua arte occupandosi della fondazione Fabrizio De André. “Per me quella con Fabrizio è una convivenza ancora quotidiana e mi rincuora molto, mi aiuta molto. È sempre molto bello e piacevole occuparsi di lui e continuare questa storia e non vederla come nostalgica e passata. Anzi, guardando un po’ avanti”.

In questa frase c’è qualcosa di meraviglioso, è un modo per regalare vitalità all’anima gemella e conservare la forza dell’amore.

Il loro, come raccontano i protagonisti di questa storia, è stato un autentico colpo di fulmine. Si conoscono in uno studio di recitazione nel 1974, Fabrizio è colpito dalla bellezza di una donna sicuramente diversa da tutte le altre e la invita ad ascoltare un testo al quale stava lavorando, Valzer per un amore. Si scambiano i numeri di telefono e da quel momento in poi non si lasceranno mai più. Dori racconta di non aver ascoltato chi le aveva sconsigliato la frequentazione con un uomo impegnato e notoriamente sciupafemmine, ma, come dirà, era entrata in quella relazione consapevole che potesse finire e il destino non aveva riservato progetti migliori per loro. Sicuramente Faber, come disse Fernanda Pivano, non avrebbe dovuto morire.

Riconoscere l’anima gemella

Sarebbe bello chiedergli cosa possiamo fare per riconoscere l’anima gemella, e trovare un equilibrio tra le vette e gli abissi che contraddistinguono ogni essere umano, avrebbe sicuramente trovato le parole giuste, magari, interrogando anche i tarocchi, chissà.

Ci piace immaginare che la sillaba iniziale del castello di carte del suo concerto sia stata una combinazione fatale. Il bagatto, la sua iniziativa nell’invitare Dori, e la ruota di fortuna, l’inizio di un nuovo ciclo insieme che li ha portati anche a condividere nel corso della loro vita anche una brutta avventura, il sequestro dal quale nascerà la meravigliosa canzone Hotel Supramonte. Per quattro lunghi mesi i due vengono tenuti in ostaggio senza sapere nulla sul loro destino. Faber dirà di aver sposato Dori all’hotel Supramonte, intendendo dire che quell’esperienza li aveva fatti conoscere ancora meglio. La meraviglia di questa favolosa coppia è la positività che li contraddistingue nel celebrare l’amore anche quando si ha paura. Questi i versi scaturiti dalla penna di Faber che narrano le emozioni del sequestro.

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
Cosa importa se sono caduto, se sono lontano

Conoscere l’amore per riconoscere l’anima gemella

Fabrizio, come racconta Dori, aveva fame di conoscenza, e ha parlato d’amore in molti suoi testi. Riconoscere l’anima gemella equivale anche a riconoscere che ci sono nella storia di ognuno di noi, tanti momenti diversi, amori che vanno e amori che vengono, amori che finiscono e amori che ritornano, ma qualsiasi cosa accada, l’amore è protagonista. Quando il tempo è un signore distratto, occorre pazienza.

Amore che vieni, amore che vai, è una tra le canzoni che esprimono meglio l’incertezza del sentimento d’amore. La caducità del sentimento amoroso è condensata in questo verso:  “Io t’ho amato sempre, non t’ho amata mai…amore che vieni, amore che vai

La canzone non parla di un amore reale o immaginario, appena iniziato o perduto, parla di tutti gli amori, che hanno in comune una cosa, vanno e vengono. Un po’ come le nubi:

Vengono vanno ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno vengono
per una vera mille sono finte
e si mettono lì tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

In amore che vieni amore che vai sembra che col passare del tempo, quel signore distratto, quel bambino che dorme, quelle parole, quei gesti, quei comportamenti che in quel momento significavano la totale appartenenza affettiva verso quell’altra persona saranno, in qualche modo, dimenticati, volati nel vento, ricordi di un tempo passato che, però, potrebbero tornare senza alcun preavviso.

La conclusione reale, quindi, di ogni storia d’amore, anche parlando soltanto dell’amore verso la propria persona, è proprio questo continuo mutamento della percezione dell’amore e delle relative conseguenze che ciò comporta.

La stagione del tuo amore, è un’altra splendida poesia nella quale Faber mette a fuoco il cambiamento dell’amore nel tempo.