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Chi non conosce la leggenda di Amore Psiche! Oggi parleremo proprio di questo, della storia del dio Amore, ovvero della relazione tra il dio Eros e la splendida Psiche. La favola è stata scritta dal poeta latino Apuleio nel II secolo dopo Cristo. Il racconto è inserito nella sua opera “Le metamorfosi”, o “Asino d’oro”.
All’origine di questa antichissima favola amorosa all’origine della quale c’è un mito greco. Il famoso Eros del quale abbiamo parlato nel nostro articolo dedicato all’amore.
La favola è ancora attuale poiché è metafora dell’eterno conflitto tra cuore e cervello.
Rappresenta anche di molte altre condizioni legate alle emozioni che si provano durante le relazioni sentimentali, in particolare quando ci si innamora.
Molte discipline moderne, tra le quali il coaching, danno molto significato allo scenario dei pensieri dei singoli individui tra domini diversi ma interconnessi tra loro.
Il corpo, le emozioni e i pensieri se non allineati creano malessere. Se ciò che sentiamo con il corpo non è in linea con ciò che abbiamo in mente accade che i pensieri non sono fluidi e ci creano molte difficoltà nel vivere le relazioni.
Talvolta dobbiamo affrontare sfide importanti. Per uscire da situazioni complicate che non si spiegano solo con la ragione. Alcune arti antiche, come ad esempio la lettura dei tarocchi, esplorando l’irrazionale, ci aiutano a districare qualsiasi zavorra sentimentale stiamo vivendo. I tarocchi sono una guidi a realizzare l’happy end esattamente come Amore e Psiche. La coppia infatti, nonostante molte difficoltà, e molte prove superate, corona il loro sogno d’amore con il matrimonio. A seguire la trama di questa vicenda dell’anima umana innamorata dell’assoluto, dell’eterno e dell’amore.
Apuleio racconta che Psiche è la più piccola delle tre bellissime figlie di un re e una regina. La fanciulla è talmente splendida che non esistevano parole per celebrare la sua bellezza. O meglio, esistevano, la sua bellezza veniva paragonata a quella di Venere (Afrodite in greco), la dea della bellezza.
Venere era gelosissima di Psiche. La dea si infuriava anche perché molte persone andavano a rendere omaggio alla mortale Psiche anziché recarsi ad adorare lei, la dea immortale. Venere perciò chiede al figlio Eros di colpire psiche con una delle sue frecce per farla innamorare dell’uomo più vigliacco del mondo.
Eros andò perciò dalla ragazza ma fu talmente colpito dalla sua bellezza che in realtà fece un autogol. Ovvero scagliò la freccia contro se stesso innamorandosi perdutamente della fanciulla il cui splendore veniva paragonato a quello di sua madre.
Psiche invece nonostante la sua bellezza non riusciva a trovare l’anima gemella. Nessun mortale aveva il coraggio di legarsi a lei, non sentendosi all’altezza della bella fanciulla. Il Padre di Psiche si decise perciò a chiedere consiglio all’oracolo di Apollo. Questo gli ordinò di portare la figlia in cima ad una rupe dove avrebbe incontrato il suo futuro marito, un mostro vile e malvagio.
Alla rupe arrivò invece Eros, che portò la ragazza nel palazzi degli dei anche se le impose il divieto di guardarlo in volto. Psiche per un po’ accettò il compromesso, anche se a malincuore. Alla rupe arrivò invece Eros, che portò la ragazza nel palazzi degli dei anche se le impose il divieto di guardarlo in volto. Psiche per un po’ accettò il compromesso, anche se a malincuore. Le sorelle invidiose di lei la convinsero a violare il patto. Psiche una notte, guidata dalla curiosità, che dicono sia femmina, mentre Amore dormiva si avvicinò al suo volto con una lampada. Restò folgorata dalla bellezza del suo uomo del quale si innamorò perdutamente.
Mentre lo guardava una goccia d’olio della lampada cadde su Amore. Il quale risvegliatosi, scappò via abbandonando la fanciulla che non aveva rispettato il divieto di guardarlo rompendo il loro patto di fiducia.
Quando Venere venne a sapere tutta la faccenda, si infuriò talmente tanto e da perfetta suocera malefica sottopose Psiche a varie prove che la ragazza superò brillantemente. L’ultima prova che Psiche dovette affrontare fu di recarsi negli inferi e chiedere un pizzico della sua bellezza alla dea Proserpina.
Psiche andò ma non rispettò di nuovo il patto con la futura suocera, apri l’ampolla e cadde in un sonno profondissimo, l’ insana curiositas ancora una volta le fu fatale.
Per fortuna Amore, che nel frattempo l’aveva perdonata e sentiva fortemente la sua mancanza scese negli inferi a svegliarla e grazie all’aiuto di Giove, le offrirono da bere l’ambrosia per trasformarla in una dea immortale come il suo promesso sposo. La leggenda d’amore si conclude con il matrimonio dei due e con la nascita della loro bellissima bambina, chiamata Voluttà.
La nostra coppia, come direbbe Francesco Alberoni, passa da una fase di innamoramento ad una fase di amore consapevole e condiviso con tutti gli dei dell’Olimpo attraverso varie tappe nelle quali si riconoscono molti innamorati.
Il cammino difficile e pieno di prove che Psiche deve affrontare per vivere la sua relazione in modo consapevole ed alla luce del sole è il percorso di qualsiasi anima innamorata. Eros ha affrontato prove diverse, ma a quei tempi gli uomini avevano la vita più semplice. Eppure anche Eros, da perfetto principe azzurro è andato a svegliare Psiche negli inferi e l’ha salvato da un profondissimo sonno prima di renderla immortale.
La prosperità della favola è documentata dalla fortuna che ha avuto nei secoli che la rendono assolutamente attuale. Molti letterati come ad esempio Chiabrera, Marino e Pascoli si sono ispirati alla leggenda di Amore e Psiche, ed anche molti pittori, tra i quali Raffaello, Giulio Romano, Correggio e Caravaggio.
Lo scultore Canova ha tratto dalla favola di Amore e Psiche la sua opera più sensuale. Il gruppo scultoreo è stato realizzato tra il 1787 e il 1793 ed è conservato presso il museo del Louvre, a Parigi. Il capolavoro in marmo mostra un abbraccio delicato che è forse ancor più emozionante della favola che abbiamo appena narrato.
La fortunatissima leggenda ha il suo significato. Amore, ovvero Cupido, o secondo la mitologia greca Eros è la personificazione dell’amore e del desiderio, che unendosi a Psiche, ovvero l’anima, le regala l’immortalità.
Il percorso iniziatico dell’anima, ovvero di Psiche, la sua personificazione, è un viaggio dell’anima che vuole ricongiungersi con l’amore, e come sappiamo anche i tarocchi sono uno strumento per conoscersi storicamente e psicologicamente.
L’unione tra Amore e Psiche è inizialmente di natura erotica, infatti tutto accade nel buio, nell’inconsapevolezza assoluta. L’attrazione fisica ancora oggi nasce spesso in modo inspiegabile, e vissuta o meno, nasce la curiosità di sapere chi è l’altro, curiosità spesso declinata femminile. La mera curiosità secondo la leggenda è mortale, poiché Psiche, dovrà affrontare delle prove alla ricerca della conoscenza che nonostante tutto non bastano poiché Psiche dovrà trasformarsi e rinascere.
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