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Quando si parla di Amore Platonico non si può non pensare a Platone, il filosofo greco che più di ogni altro ha trattato il tema dell’amore. La sua opera il Simposio, oppure il Convito, è una riflessione ampia e profonda sull’Eros, la più autorevole che il mondo antico ci abbia tramandato. Il concetto di amore platonico trova la sua espressione nel Simposio. Il concetto è espressa da Socrate e dagli altri commensali attraverso la metafora.
Immaginiamo una cena, durante la quale, il fior fiore degli intellettuali greci parla d’amore. Può sembrare strano nell’era 4.0, un gruppo di uomini a bere insieme al massimo guardano la partita o il cellulare. I nostri filosofi fortunatamente erano diversi.
Platone racconta perciò di un banchetto, cornice delle varie dissertazioni, nel quale il suo maestro Socrate ed altri commensali parlano d’amore. Il banchetto è stato organizzato dal poeta Agatone per festeggiare una sua vittoria teatrale. Per l’occasione Socrate si prepara accuratamente e incontra lungo la strada Aristodemo che decide di partecipare al banchetto. Il padrone di casa, dopo aver offerto buon cibo e buon vino ai suoi ospiti chiede ai commensali di scegliere l’argomento della serata, ed Erissimaco propone una discussione sull’Eros. Perciò Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane, Agatone e Socrate, il sesto e ultimo a parlare argomentano sull’Eros.
Platone nel Simposio affida a Socrate il suo pensiero sull’Eros e il concetto d’amore che ha preso il suo nome, ovvero l’amore platonico.
Con amore platonico si intende un amore puro e casto, puramente spirituale e completamente slegato dalla componente sessuale e e fisica, ma che non ha niente a che fare con gli amori impossibili, come vedremo. In letteratura, per fare un esempio classico, Dante e Beatrice sono la coppia unita da amore platonico per antonomasia.
Ma, andiamo con ordine per fare chiarezza sul concetto di amore platonico che talvolta si presta ad equivoci. Durante il simposio qualche commensale sostiene che l’amore si estrinseca esclusivamente nell’attrazione fisica. Altri ritengono che il sentimento nasce dall’incompiutezza. Si cerca perciò attraverso l’amore l’altra metà perduta.
Il commediografo Aristofane ricorre allo strumento del mito per spiegare la teoria a seguire. Egli racconta che gli esseri umani avevano due teste, due organi sessuali, quattro mani e quattro braccia. Un bel giorno gli uomini tentarono di conquistare l’Olimpo, sfidando Zeus che divise tutta l’umanità in due parti.
Da quel momento in poi, secondo Aristofane ciascuna metà desiderava ricongiungersi con l’altra metà che le apparteneva. Ciò equivaleva un po’ a morire, poiché ciascuna metà era inattiva senza l’altra. Il sentimento dell’amore nasce perciò da un senso di incompletezza. Zeus, dopo essersi calmato, decide di evitare la fine degli uomini organizzando gli organi sessuali in modo che la procreazione avvenisse attraverso una atto d’amore tra uomo e donna. Quest’idea non è di Socrate il quale evidenzia anche altri aspetti dell’amore, ovvero la componente erotica, e la sublimazione dell’Eros attraverso la conoscenza.
Socrate racconta perciò che Eros è figlio di Pòros, ovvero l’ingegno e di Penìa, la povertà. Egli nasce poiché la povertà approfitta dell’ubriachezza dell’ingegno per generare un figlio. Eros è perciò figlio del bisogno e della passione. Egli è dunque un personaggio a metà tra la divinità e l’umanità e non ha solo qualità, come hanno sostenuto gli altri commensali, ma anche difetti.
L’amore perciò, per dirla in parole semplice ha anche i suoi lati oscuri. Socrate nel suo discorso cita la sacerdotessa Diotima. La sacerdotessa approfondisce il concetto secondo il quale la privazione la mancanza dell’amore fa comprendere l’importanza del sentimento molto più del trionfo dell’unione durante l’amplesso.
Successivamente lo strumento della metafora serve ad estrinsecare un altro concetto. Secondo Socrate ci sono uomini fertili nel corpo che cercano la felicità nella discendenza e nella continuità, ed altri, fertili nell’anima, che cercano invece una comunanza più profonda, un anima da amare.
Nel Simposio perciò Platone scandaglia ogni declinazione dell’amore, spiegandone la complessità e le diverse sfumature. Platone riconosce che l’interesse amoroso nasce dall’ attrazione fisica. Egli crea proprio una sorta di scala gerarchica dove si collocano diverse forme di amore al quale attribuisce un’assoluta centralità.
“Così io sostengo che Amore è il più antico fra gli dei, il più meritevole d’onore e quello che è più padrone di spingere gli uomini, da vivi e da morti, all’acquisto della virtù e della felicità.
Il concetto di amore platonico non ha niente a che fare con l’amore impossibile, l’allievo di Socrate e maestro di Aristotele ritiene che l’essere umano è composto da anima e corpo. L’amore platonico va oltre i confini della bellezza fisica, pur riconoscendola. Supera perciò i confini della bellezza fisica contemplando l’essenza.
Uno dei fili conduttori della filosofia di Platone è appunto il dualismo. La realtà è perciò costituita da due realtà, spirito e materia che secondo il filosofo sono indipendenti, si uniscono ma non si mescolano.
L’amore platonico è perciò un amore che nasce a causa della bellezza del temperamento e soprattutto a causa dell’intelligenza della persona e che rimane nel mondo delle idee. E’ incorruttibile e perfetto e non viene contaminato dalla sessualità.
L’espressione “amore platonico” è stata utilizzata successivamente per la prima volta da Marsilio Ficino nel XV secolo.
Il primo esempio di amore platonico nella letteratura italiana è l’amore di Dante per la sua musa ispiratrice Beatrice che lo accompagna nel paradiso al posto di Virgilio.
Dante incontra Beatrice per la prima volta all’età di nove anni, numero che per il poeta, studioso di numerologia, rappresenta il miracolo. Nove anni dopo i due si incontrano e la giovanissima Beatrice rivolge il primo cortese saluto al poeta che ricambia. I loro sguardi si riconoscono e Dante sceglierà poi di narrare in versi tutti i sentimenti del suo amore platonico verso la bellissima Beatrice.
Ciò che ci hanno trasmesso i filosofi greci è importante per restituire all’espressione “amore platonico” il suo senso profondo. Nell’era di tinder è importante ricordare che l’amore platonico non è un amore virtuale, ma una scelta consapevole.
Può esistere ancora oggi un amore che sublimi il desiderio sessuale?
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